Casa di Anna Frank
Gli otto reclusi furono denunciati, arrestati dalla Gestapo e deportati nei campi di sterminio. I poliziotti misero tutto sopra e il Diario di Anna rimase abbandonato per terra, mentre l'intera famiglia veniva arrestata e poi deportata ad Auschwitz. Anna e la sorella Margot furono internate a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo nel marzo del 1945. Il padre Otto, unico superstite di questa tragedia, fu liberato dalla truppe sovietiche.
Tornato ad Amsterdam, ricevette da una delle impiegate che l'avevano protetto il diario della figlia. Otto lo fece pubblicare con il titolo 'La casa sul retro', già scelto da Anna stessa.
La casa, sfuggita alla distruzione e attualmente ristrutturata, rappresenta la testimonianza di un passato non poi così lontano. L'associazione Anna Frank tiene aperta la casa al pubblico dal 1960 ed è impegnata a mantenere vivo il ricordo e a divulgare gli ideali di Anna.
All'ingresso, si scopre, un plastico della casa: in seguito si raggiunge ciò che fungeva da 'garage' di Otto Frank: una stanza cupa, arredata sobriamente e attrezzata con tre schermi video che proiettano documentari sul nazismo. La voce fuori campo di Anna ricorda il contesto storico della guerra e descrive le diverse parti della zona della casa in cui, con la sua famiglia si nascose per due anni, oggi ricostruita com'era all'epoca.